La Gazzetta del Mezzogiorno, giovedì 22 agosto
2013
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
C’è una grande tristezza nello sguardo di Charles Tellier
come appare nella fotografia riprodotta nel francobollo da 15 franchi emesso
delle Poste francesi nell’aprile 1956 per ricordare il grande ingegnere e
inventore. Tellier era nato ad Amiens nel 1828 da una famiglia benestante di
industriali tessili, che era andata in rovina con la rivoluzione del 1848,
quella che, dopo una lunga serie di scandali politico-finanziari, aveva fatto
finire il regno di Luigi Filippo e instaurato la Repubblica. Dopo una breve
esperienza di rappresentante di commercio, Charles si dedicò con passione per
tutta la vita a inventare delle cose che fossero utili al prossimo, che
aiutassero lo sviluppo: la crescente popolazione mondiale aveva bisogno di più
alimenti: Tellier pensò di conservare e trasportare a distanza la carne col
freddo; nei sottosuoli africani c’erano immense riserve di acqua; Tellier pensò
di sollevare tale acqua mediante macchine azionate dall’energia solare, per
rendere fertili i deserti.
Attento alle nuove scoperte scientifiche le applicò a macchine utili, promosse imprese commerciali per sfruttare le sue invenzioni, incontrò gelosie, collaboratori infedeli, concorrenti che copiavano le sue invenzioni, scontò otto mesi di prigione per debiti, si riprese, crollò ancora. Riconosciuto come “padre del frigorifero”, fu insignito della Legion d’onore e gli fu assegnato un premio in denaro che non fece in tempo a ricevere e morì a 85 anni in due povere stanzette a Parigi, alla fame.
“Troppo tardi”:è il titolo con cui il quotidiano americano
New York Times il 19 ottobre 1913, cento anni fa, annunciò la morte in miseria
di Charles Tellier in una casa di Via d’Auteuil 75 a Parigi; le sue ultime
parole furono: “Mi aspetta il carro funebre dei poveri, ma non me ne lamento”.
Troppo tardi era arrivato l’aiuto di 200 franchi messi insieme da alcuni amici
per soccorrere l’inventore del processo per la conservazione col freddo della
carne e delle derrate alimentari, che avrebbe sfamato milioni di persone e
avrebbe arricchito tanti, l’inventore di un nuovo processo per l’utilizzazione
dell’energia solare.
Appassionato di chimica e sperimentatore instancabile, nel
1857 Tellier aveva fabbricato il primo frigorifero con circolazione di
ammoniaca. L’ammoniaca è un gas che, per compressione, può essere portato allo
stato liquido a circa trenta gradi sotto zero; se si lascia evaporare,
l’ammoniaca raffredda lo spazio circostante e può poi essere riportata allo
stato liquido di nuovo per compressione e raffreddamento. Queste proprietà
Tellier descrisse in un libro, “L’ammoniaca nell’industria”, pubblicato nel
1867; nel frattempo Tellier aveva sperimentato altri fluidi come l’etere
metilico e l’anidride solforosa che avevano un comportamento simile a quello
dell’ammoniaca, gettando le basi del funzionamento dei frigoriferi.
Tellier installò il suo primo frigorifero nel 1865 nella
fabbrica di cioccolata Menier ma il suo obiettivo era più ambizioso: tutti gli
alimenti avrebbero potuto essere conservati con i frigoriferi e sarebbe così
stato possibile evitare le perdite per putrefazione e anzi trasportare a
distanza le derrate alimentari deperibili come la carne, come descrisse in una
conferenza all’Accademia delle Scienze di Parigi nel 1870. La carne era
disponibile nei grandi allevamenti di bovini nell’America meridionale e si
deteriorava nel lungo viaggio per mare dall’America all’Europa. Tellier cercò
allora dei finanziamenti per la costruzione di un frigorifero su una nave.
La guerra franco-prussiana e i moti di Parigi del 1870 fecero
rimandare la realizzazione del progetto. Finalmente nel 1876 una nave oceanica
a vela e a vapore fu dotata di un frigorifero e, ribattezzata “Le
Frigorifique”, portò in Europa dall’Argentina una partita di carne in perfetto
stato di conservazione. L’evento ebbe una enorme risonanza internazionale;
davvero col freddo si poteva vincere la guerra contro la fame nel mondo. Il
successo di Tellier destò invidie e gelosie: gli allevatori francesi
protestarono perché l’importazione di carne dall’America avrebbe danneggiato i
loro affari; un inventore francese, Ferdinand Carrè (1824-1894), rivendicò la
priorità dell’invenzione del frigorifero e perseguitò con infiniti processi
Tellier che ne fu amareggiato per tutta la vita.
In compenso il grande Georges Haussmann (1809-1891),
l’urbanista della nuova Parigi, suggerì a Tellier di costruire dei frigoriferi
per la produzione di ghiaccio da distribuite a livello domestico. Il biologo
francese Louis Pasteur (1822-1895) suggerì a Tellier di costruire dei
frigoriferi per le camere mortuarie. Tellier costruì anche macchine per
comprimere l’aria e l’ossigeno per uso medico, inventò una miscela di catrame e
sabbia per la pavimentazione stradale. Molte idee di Tellier furono
ridicolizzate e sarebbero state “riscoperte” con successo molti anni dopo.
Ma a Tellier si deve anche un’importante innovazione nel
campo dell’utilizzazione dell’energia solare. Nella prima metà dell’Ottocento
erano stati costruiti vari motori azionati col vapore prodotto nel “fuoco” di
forni solari a specchi parabolici o cilindro-parabolici. Gli specchi di queste
macchine dovevano essere continuamente ruotati in modo da “seguire” il Sole nel
suo moto apparente nel cielo, variabile ogni giorno. Inoltre gli specchi
raccolgono soltanto la radiazione solare diretta, quella che è disponibile
quando il cielo è libero da nuvole. Alcuni avevano già costruito dei collettori
solari piani, capaci di raccogliere sia la radiazione solare diretta, sia
quella diffusa, irraggiata anche dal cielo coperto; erano costituiti da scatole
coperte con lastre di vetro al cui interno erano disposte delle tubazioni
contenenti dell’acqua, proprio come gli attuali scaldacqua solari. In questo
modo il calore solare che attraversa il vetro, trattenuto all’interno del
collettore, scalda l’acqua fino a circa 80 o 90 gradi, troppo pochi per
azionare una macchina a vapore ma sufficienti per far evaporare un fluido
frigorifero: insomma per azionare un frigorifero alla rovescia.
Tellier sostituì, all’interno delle tubazioni, l’acqua con
uno dei fluidi frigoriferi allo stato liquido; scaldati col calore solare
questi evaporavano azionando delle macchine e tornavano poi allo stato liquido
per raffreddamento. Nel 1889 Tellier costruì il suo primo motore solare usando
come fluido una soluzione acquosa di ammoniaca; sul tetto di una casa pose
dieci pannelli solari piani, ciascuno di circa 4 metri quadrati; il vapore di
ammoniaca liberato dal calore solare azionava un motore collegato con una
pompa; l’acqua sollevata dal sottosuolo serviva anche a raffreddare l’ammoniaca
e riportarla in soluzione nel collettore. La sua macchina riusciva a sollevare
all’altezza di dieci metri tremila litri di acqua all’ora.
Tellier pensò di applicare questi motori solari nei paesi
africani: in molti deserti è presente acqua nel sottosuolo; manca solo
l’energia per sollevarla e usarla per l’irrigazione. Tellier descrisse le
prospettive dell’uso del suo motore solare nei deserti africani nel libro del
1890: “La conquista pacifica dell’Africa Occidentale grazie al Sole” (l’Algeria
era stata annessa alla Francia da pochi anni, con una conquista tutt’altro che
pacifica). Nel libro c’è un disegno dei pannelli solari, del motore e della
pompa e si vede un soddisfatto contadino che annaffia i campi con l’acqua
sollevata con l’energia del Sole. L’idea di Tellier è stata sfruttata
successivamente per la costruzione di molti motori solari a collettori piani.
Il benessere degli altri ha ispirato tutta la vita di
Tellier, un genio generoso ma poco portato agli affari, tanto che molte sue
imprese finanziarie sono andate male al punto da farlo morire in miseria.
Comunque se tutti noi abbiamo accesso a carne trasportata attraverso i
continenti e gli oceani in carri e navi frigoriferi lo dobbiamo a Charles
Tellier. Almeno un grazie.
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